🔍 25 ANNI FA, la mia forma mentis di allora mi portava ad esplorare con cura i problemi delle persone. Dettaglio dopo dettaglio. Una prassi che trovava riscontro in tantissime scuole di pensiero. Si, cambiavo le tecniche di esplorazione ma il focus restava sempre il PROBLEMA. Nonostante la meticolosità metodologica che mi contraddistingue, nel tempo diventavo sempre meno convinto che questa strada potesse essere davvero così promettente.
A voi non è mai capitato di avere la sensazione di restare soffocati dai problemi delle persone? Di sentire che avevate partecipato emotivamente alle loro narrazioni forse creando un sollievo momentaneo ma, mi chiedevo sempre più frequentemente quanto fosse davvero iniziato un processo di trasformazione…
A volte si corre il rischio di amplificare un’onda d’urto di difficoltà e di incertezze… Quante volte noi professionisti senza accorgerci irroriamo le difficoltà dei nostri clienti? Il professionista può essere anche un amplificatore di problemi (diciamocelo).
✨ In quegli anni, piuttosto altalenanti iniziai a cercare ispirazioni tra diversi gli approcci differenti dal mondo rogersiano e mi colpirono quelli di orientamento sistemico (pluri approcci) e poco dopo inizia a coltivare questa passione per la ricerca dei BISOGNI delle persone. Quali erano i bisogni delle persone ? Come funzionano anche dal punto di vista relazionale ? Oggi posso dirvi con trasparenza e umiltà: c’è un’alternativa trasformativa che può cambiare completamente il nostro approccio ai PROBLEMI: sostenere le persone nella loro capacità di individuare i loro bisogni prioritari. 🌱
🔎 Prima di scoprire questa chiave di trasformazione, anch’io ho sperimentato la fatica di entrare nel problema con i miei clienti. Ci sentiamo talvolta come dei soccorritori che affrontano “sfide quasi impossible” (ed è per questo che ci attirano), rischiando di divagare di problema in problema senza trovare una reale direzione. O peggio di reiterare il problema. Come se “I PROBLEMI”, possano essere gli unici protagonisti indiscussi delle nostre narrazioni.
💡 La mia storia professionale, non racconta di un CLIC avvenuto in un solo giorno, è stata più una sommatoria di CLIC, una continua scoperta graduale (ed INATTESA), che NON HO VOLUTO O CERCATO. Un po’ scherzando dico nei corsi che il B.E.M. ha voluto incontrarmi, io mi sono solo lasciato scegliere. Torniamo a noi, ciò che cambiò la mia pratica era così evidente e banale: CONCENTRARSI ESCLUSIVAMENTE SUI PROBLEMI PUÒ ALLONTANARCI DAI BISOGNI AUTENTICI DELLE PERSONE CHE VOGLIAMO AIUTARE. Ecco perché ho iniziato a sintonizzarmi profondamente sulle vere esigenze delle persone, aiutandoli ad individuare i loro bisogni prioritari.
🌟 Questa trasformazione ha cambiato completamente la narrazione dei miei clienti e del mio modo di pormi con persone singole e con i gruppi. Ha aperto una nuova dimensione di soluzioni e opportunità. Nuovi modi di ascoltare, nuovi modi di osservare, nuovi strumenti da utilizzare. Mettere al centro di ogni intervento I NOSTRI BISOGNI PIU’ PROFONDI, permettendoci di affiancarli verso una crescita autentica e significativa.
🌿 Oggi, incoraggio me e tutti i professionisti della relazione di aiuto ad intraprendere questo viaggio di trasformazione. Imparando ad ascoltarci così profondamente, cogliamo emozioni sommerse e riconosciamo spazi cancellati. Questo ci porterà a individuare i bisogni più profondi e autentici delle persone che incontriamo.
🎯 Passare da un’onda d’urto di difficoltà ad un’onda d’urto di cambiamento: fare qualunque cosa per sostenere i clienti nel SOSTARE di fronte ai suoi bisogni più profondi … e lasciargli il tempo di ri-connettersi… ri-sentirsi… ritrovarsi.
🟢 Voglio condividere ora un concetto importante: quando affrontiamo i problemi, spesso pensiamo che se capiamo bene il problema, riusciremo a trovare la soluzione. Ma non è sempre così semplice.
Immaginate che risolvere un problema sia come costruire un puzzle. Per farlo, talvolta dobbiamo guardare le cose da angolazioni diverse, non solo dalla direzione in cui abbiamo identificato il problema.
In pratica, ciò che conta è come esploriamo il problema. Non significa che dovremmo evitare di guardarlo, ma piuttosto capire come farlo in modo efficace. Dobbiamo usare una sorta di “strategia” per capire quando è il momento di smettere di esaminare il problema e iniziare a parlare dei bisogni reali, delle cose che sono davvero importanti.
Questo approccio, chiamato B.E.M. (Bisogni, Emozioni, Metodologia), ci aiuta a lavorare in modo emotivamente più intelligente. Ecco cosa possiamo ottenere da questo approccio:
Far sentire la persona protagonista: Quando usiamo il B.E.M., la persona coinvolta diventa attiva, inizia a prendersi cura dei suoi bisogni e a cercare soluzioni. È una grande differenza rispetto a suggerire soluzioni che il cliente non accetterebbe mai.
Soluzioni costruite insieme: Con l’uso del B.E.M., costruiamo soluzioni insieme alla persona, non SOPRA la persona. Questo genera un impegno più forte, perché essendo loro stessi a identificare i loro bisogni sono loro a voler agire per soddisfarli.
Collegamento tra bisogni e valori: Aiuta a trovare un collegamento tra ciò di cui abbiamo bisogno e ciò che ci è davvero importante. Questa chiarezza ci fa sentire meglio nelle decisioni che prendiamo e ci dà una maggiore determinazione.
Risposte che tengono conto della complessità: Con il B.E.M., le soluzioni non sono superficiali. Aiutano a considerare tutti gli aspetti del problema, non puoi affrontare un puzzle se non usi tutti pezzi.
Possibilità di autenticità: Grazie a questa metodologia, la persona trova un profonda autenticità nelle proprie decisioni. Dichiarando i propri bisogni il livello di connessione ora è altissimo e le azioni non sono più disgiunte. Anche il modo di pensare le stesse soluzioni non dipenderà più solo da influenze esterne.
In sintesi, affrontare i problemi in modo strutturato con il B.E.M. può portare a risultati migliori, evitando la frustrazione di agire soluzioni che non sentiamo allineate con noi stessi. Questo approccio è particolarmente utile quando vogliamo aiutare qualcuno ad assumersi la responsabilità della propria vita, superare sfide o quando vogliamo affrontare un problema complesso.
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